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Accadde oggi: 4 marzo 1968 Benvenuti vince la “bella” con Griffith
Il 4 marzo 1968 si inaugurava a New York il nuovo Madison Square Garden che accoglieva più di 18mila spettatori. In questo Gran Gala pugilistico si dovevano svolgere due titoli mondiali, oltrettutto in quelle categorie, considerate le “regine”: parliamo dei medi e dei massimi. In quest’ultima Joe Frazier affrontava Buster Mathis per la consacrazione di campione, un titolo che lo avrebbe portato a battersi con Mohammed Alì. Ma quello che più ci interessa era la terza sfida che vedeva di fronte Emile Griffith e Nino Benvenuti. Tra i due era “la bella” e gli scommettitori davano vincente il pugile delle Isole Vergini per 8 a 5. Per loro faceva testo il secondo match in cui Griffith vinse in maniera più che netta, ma Benvenuti combattè dalla seconda ripresa con una costola incrinata da un micidiale colpo al corpo. Per Nino fu una sofferenza atroce, ma alla gente sfuggì in che condizioni Nino avesse dovuto combattere. Nella boxe contano anche il coraggio e la sofferenza. Ancora una volta Benvenuti si era isolato in una bella villa sulle colline di Grossinger. Si allenava con rabbia, seguito come un’ombra da Libero Golinelli. Allenamenti segreti, poco accessibili ai curiosi. Molti pensano che il capolavoro di Nino sia stato il primo match con Griffith, ma quella fu un’impresa, una parola che sembra simile ma non lo è. Il vero capolavoro Nino lo compirà in questo terzo match, quello che qualcuno definì più o meno impropriamente il match della disperazione, perchè chi perdeva doveva rivedere il proprio futuro. Benvenuti iniziò il match attaccando con quel suo lungo e centrato sinistro, che tanto fastidio dava a Griffith, cercando di far capire di non essere la vittima. Quel sinistro sembrava una spada laser che fotografava gli spazi scoperti. Ma nel IV e V round ci fu il ritorno del campione che rispolverò intorno a Nino tutti i dubbi della vigilia. Griffith aveva pronosticato che il match avrebbe avuto la sua fine tra il VII e X round. Ed ecco al IX round invece il capolavoro: il sinistro di Nino scattò come una molla e incrociò il mento dell’avversario scoperto e proteso in attacco. Griffith rotolò al tappeto, si rialzò subito ma dovette attendere gli 8”, si era ripetuta la scena del primo match, un’anteprima che fu come una condanna per lo “Sparviero di San Thomas”. Benvenuti sfruttò molto bene l’effetto sorpresa e nell’XI round con Griffith,stretto alle corde, arrivò a segno con precisione ben 6 volte. Il triestino capì di avere l’avversario in pugno e si fece più prudente, rischiare poteva essere pericoloso, anche perchè la giuria era formata da tre americani. Griffith incanalò tutta la sua rabbia all’ultimo round con un destro che fece piegare le gambe a Nino, fu un momento drammatico, risolto con un recupero adrenalitico. Due giudici alla fine avevano due riprese a favore di Benvenuti e un terzo aveva il pari con preferenza per l’ italiano. Sono passati 50 anni precisi da quella notte di di New York, al trionfo di Benvenuti fece da contraltare la prima “bella” perduta da quel grandissimo campione che era Emil Griffith.
(alb)